Dopo la scoperta della fissione nucleare, si ebbero rapidi sviluppi, sia sul fronte dell’uso militare che in quello dell’uso civile dell’energia nucleare. Così anche la radioprotezione è diventata sempre più importante. Essa ha fatto passi da gigante, specialmente dopo il disastro di Chernobyl.
La prima fissione nucleare dimostrata sperimentalmente avvenne nel 1938 a Berlino ed è da considerare una delle più grandi scoperte nella storia delle scienze naturali. Il chimico Otto Hahn e il suo assistente Fritz Strassmann condussero un esperimento, durante il quale irradiarono l’uranio con neutroni. Da questa irradiazione si produssero i prodotti di fissione dell’uranio. Sulla base di questo esperimento, nel 1939 la fisica nucleare austriaca Lise Meitner pubblicò, insieme al nipote Otto Frisch, la prima spiegazione fisico-teorica della fissione nucleare.
Lo sviluppo del primo reattore
La prima reazione di fissione a catena controllata avvenne nel 1942 negli USA. Il fisico italiano Enrico Fermi dirigeva il progetto “Chicago Pile 1” che, in quanto parte del Progetto Manhattan, aveva lo scopo di costruire armi nucleari.
Chicago Pile 1 era stato creato sotto una tribuna in disuso dello stadio di football dell’Università di Chicago e può essere considerato il primo reattore nucleare funzionante al mondo. Il plutonio e le scoperte scientifiche derivanti dal funzionamento di questo reattore consentirono lo sviluppo e la costruzione delle prime bombe atomiche.
Le prime bombe atomiche e le loro conseguenze
Il primo test di una bomba atomica ebbe luogo nel luglio 1945, nel deserto del New Mexico, Stati Uniti d’America. Nell’agosto 1945, le conseguenze disastrose dell’energia nucleare usata come arma da guerra furono evidenti in tutto il mondo, con i bombardamenti nucleari nelle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Si stima che nelle esplosioni siano state subito uccise 90.000 persone per l’azione della pressione e del calore, ma negli anni che seguirono vi furono ancora più vittime, morte per i danni causati dalle radiazioni ionizzanti.
Le sostanze radioattive generate durante l’esplosione, che avevano un’emivita di diversi anni, si sono distribuite nell’atmosfera del mondo intero e si sono depositate sulla superficie terrestre sotto forma di pioggia radioattiva (fallout).
La fase dei test nucleari terrestri
Negli anni `50 e `60 soprattutto gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica fecero esplodere numerose bombe nucleari sulla superficie terrestre a scopo sperimentale. La contaminazione radioattiva globale in seguito al fallout, aumentò in modo preoccupante.
Nel 1963, Regno Unito, Unione Sovietica e Stati Uniti per motivi di radioprotezione firmarono un trattato che vietava i test nucleari militari nell’atmosfera, nello spazio e sott’acqua. La concentrazione di sostanze radioattive nell’atmosfera, che fino a quel momento era quasi raddoppiata rispetto alla quantità presente in natura, dall’entrata in vigore del trattato si ridusse rapidamente. Tuttavia, la maggior parte dei depositi radiologici può essere rilevata ancor oggi sul terreno e nei sedimenti.
Impiego dell’energia nucleare
Oltre all’energia nucleare come arma, venne riconosciuto anche il suo potenziale commerciale. Per la prima volta nel 1951, in un reattore di ricerca negli Stati Uniti venne prodotta energia elettrica nucleare per quattro lampadine. La produzione su larga scala di energia elettrica iniziò nel 1954 in una centrale russa. La prima centrale nucleare per la produzione commerciale di energia elettrica venne commissionata nel 1956 nel Regno Unito.
Sviluppo della radioprotezione
Il fatto che anche l’uso civile dell’energia nucleare comporti dei rischi, è venuto alla luce dopo alcuni gravi incidenti in impianti nucleari, in particolare dopo il disastro di Chernobyl nel 1986 (cfr. Articoli su Chernobyl) e di Fukushima nel 2011. A seguito di questi incidenti le misure di protezione in materia di sfruttamento dell’energia nucleare sono diventate più severe e, soprattutto dopo Chernobyl, la radioprotezione ha conquistato l’interesse del grande pubblico. Tra l’altro, la ricerca e l’autorità di sorveglianza sulla radioprotezione hanno guadagnato maggiore importanza e sostegno finanziario. Lo scambio di esperienze è stato incoraggiato, le raccomandazioni internazionali sono state rispettate con maggior rigore e le legislazioni nazionali sono state aggiornate.
Questo è il terzo di 14 articoli sulla radioprotezione. La quarta parte riguarda la distinzione tra i diversi tipi di radiazioni.